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Soglie di prestazione per la salvaguardia della vita

  1. Le soglie di prestazione per la salvaguardia della vita determinano l’incapacita­zione degli occupanti e dei soccorritori quando sottoposti agli effetti dell’incen­dio.
  2. Il progettista sceglie idonee soglie di prestazione per la specifica attività, in rela­zione agli scenari di incendio di progetto, ed in particolare in riferimento alle caratteristiche delle persone coinvolte (es. anziani, bambini, persone con disa­bilità, …).
  3. Il rispetto delle soglie di prestazione per la salvaguardia della vita deve essere verificato:
    a. per gli occupanti: in tutte le zone dell’attività dove esiste contemporanea pre­senza di persone, stanziali o in movimento, e di effetti dell’incendio.
    b. peri soccorritori:
    i. solo qualora essi abbiano un ruolo ben definito nella pianificazione d’emergenza dell’attività,
    ii. in tutte le zone dell’attività dove esiste contemporanea presenza di soc­corritori, stanziali o in movimento, e di effetti dell’incendio.

Il metodo descritto è riportato nel nuovo Testo Unico delle norme di Prevenzione Incendi, prevede l’applicazione del metodo prestazionale alla sicurezza antincendio per la sal­vaguardia della vita, gli obiettivi del progettista possono essere:

  1. la dimostrazione diretta ed esplicita della possibilità per tutti gli occupanti di un’attività di raggiungere o permanere in un luogo sicuro, senza che ciò sia impedito da un’eccessiva esposizione ai prodotti dell’incendio;
  2. la dimostrazione della possibilità per i soccorritori di operare in sicurezza, secondo le indicazioni delle seguenti tabelle
ASET_1

Altri valori relativi a limiti prestazionali tratti dalla letteratura internazionale, sono riportati nella seguente tabella:

limiti_22

La progettazione deve seguire una delle procedure riconosciute a livello interna­zionale per valutare la posizione e la condizione degli occupanti durante l’evolu­zione degli scenari d’incendio previsti per l’attività.

Metodo di calcolo semplificato per ASET

  1. La ISO/TR 16738:2009 prevede la possibilità di utilizzare l’ipotesi semplificativa della esposizione zero (zero exposure).
  2. Invece di procedere alla verifica di tutti i modelli di cui al paragrafo 28.4.1, il progettista impiega le seguenti soglie di prestazione molto conservative:
    a. altezza minima dei fumi stratificati dal piano di calpestio pari a 2,5 m, al di sotto del quale permanga lo strato d’aria indisturbata, spesso ridotto in lette­ratura a 2 m,
    b. e temperatura media dello strato di fumi caldi non superiore a 200°C.
  3. Questi criteri permettono agli occupanti la fuga in aria indisturbata, non inqui­nata dai prodotti della combustione, ed un valore dell’irraggiamento dai fumi cui sono esposti inferiore a 2,5 kW/m2: sono dunque automaticamente soddisfatti tutti i modelli di cui al paragrafo 28.4.1 e l’analisi è notevolmente semplificata perché non occorre eseguire calcoli di esposizione degli occupanti a tossici, ir­ritanti, calore e oscuramento della visibilità. È infatti sufficiente valutare analiti­camente o con modelli numerici a zone o di campo l’altezza dello strato dei fumi pre-flashover nell’edificio.

Campo di applicabilità del metodo semplificato

  1. Il metodo di calcolo semplificato di cui al paragrafo 28.4.2 è applicabile, solo se la potenza del focolare rapportata alla geometria dell’ambiente è sufficiente a garantire la formazione dello strato di fumi caldi superiore: il progettista è tenu­to a verificare che tale condizione si verifichi.

Riferimenti

  1. La salvaguardia della vita (life safety), che comprende le problematiche legate all’evacuazione dell’edificio, è il sottosistema 5 della procedura quadro FSE pre­vista dall’ISO, International Organisation for Standardisation, nel technical re­port ISO/TR 13387-1:1999.
  2. Il documento specifico di riferimento per la progettazione del sistema d’esodo è il technical report ISO/TR 13387-8:1999 Fire safety engineering – Part 8: Life safety – Occupant behaviour, location and condition.
  3. L’ISO ha pubblicato altri due documenti fondamentali per analisi degli aspetti più tecnici della progettazione della life safety:
    • ISO 13571:2007 Life-threatening components of fire – Guidelines for the estimation of time available for escape using fire data;
    • ISO/TR 16738:2009 Fire-safety engineering – Technical information on me­thods for evaluating behaviour and movement of people.
  4. I documenti ISO fanno spesso riferimento alla normativa e documentazione an­glosassone. L’approccio anglosassone alla FSE è dettagliato globalmente nella norma BS 7974:2001; la life safety è il sottosistema 6 di tale procedura. Il docu­mento specifico di riferimento per la progettazione del sistema d’esodo è il pu­blished document PD 7974-6:2004 The application of fire safety engineering principles to fire safety design of buildings – Part 6: Human factors: Life safety strategies – Occupant evacuation, behaviour and condition (Sub-system 6).

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